Ci siamo. Sto scrivendo questo articolo non di sabato mattina come di solito amo fare, ma di domenica sera mentre i Lakers cercano in tutte la maniere di scongiurare la fine di un’epoca (scrivo solo ora perché sabato ho installato la lavatrice nella mia nuova casa e non è stato così facile come pensi).
Gli Esperti di Internet Marketing consigliano la Calma
Confrontandomi con i maggiori esperti italiani di internet marketing, mi è stato sempre consigliato di tenere i toni bassi e di non innescare mai polemiche infruttifere. Se ti crei più nemici su internet, internet potrebbe pesantemente penalizzarti a causa del mormorio fastidioso che si potrà creare intorno a te.
Hanno ragione i guru. Fai il tuo onesto lavoro online, crea contenuti validi, tratta pure dolcemente chi ti critica e prosegui diritto per la tua strada come un treno che non si ferma mai, che internet ti premierà. Questo è il semplice e grezzo trucco che sta dietro alle attività online. Lavorando solo nel mio tempo libero (ti giuro che, col mio lavoro e i miei ritmi esistenziali, è veramente poco) ho promosso 3 anni fa il mio romanzo online facendolo scaricare a più di 6000 persone. A ottobre 2010 ho messo online il mio sito ScrittoreVincente è ad oggi è un riferimento per centinaia di scrittori. Sì, è così come mi hanno consigliato i guru dell’internet marketing: muoviti imperterrito con competenza, onestà, fornendo contenuti validi e originali, senza mai fermarti e soprattutto senza crearti nemici che internet ti premierà. E così è, se segui la linea poc’anzi descritta con pochissime parole, internet di sicuro premia.
La Primavera Araba è nata con Internet
Però ora basta. Non ne posso più di certi personaggi che parlano e scrivono tanto velocemente per quanto limitatamente vedono il mondo che, secondo me, intorno a loro cambia senza che se ne accorgono.
Una blogger siriana di 19 anni, Tal al-Mallouhi, condannata a 5 anni di carcere, è ad oggi il simbolo della rivolta di un paese. La Primavera Araba, che si è innescata quando un uomo tunisino – Mohamed Bouazizi – si è dato fuoco per protesta contro una palese condizione di ingiustizia sociale, si è poi diffusa in tutti gli altri stati grazie a internet e in particolare ai messaggi condivisi sui social network.
La siriana e il tunisino sono solo due esempi per ricordare come il mondo stia cambiando e come internet sia il cardine inamovibile di questo cambiamento. Ricorda questi due nomi impronunciabili per favore: Tal al-Mallouhi e Mohamed Bouazizi. Ricordali per favore, pensa al loro coraggio, pensa alla potenza storica delle loro azioni. Torna ora all’argomento che ti aspetti di cui scriva. Grazie.
La Polemica alla Presentazione al Centro Commerciale
Nella presentazione al centro commerciale fatta da me e Jonathan Arpetti, presentando il suo romanzo “I LOVE JU” e io il mio sito ScrittoreVincente, ha partecipato anche lo scrittore Filippo Davoli che è stato chiamato da Arpetti come opinionista.

Properzi, Arpetti e Davoli in diretta radiofonica presentano “I LOVE YU” e ScrittoreVincente.com trasmettendo da un centro commerciale
Ebbene Davoli, nel suo intervento all’inizio della presentazione, con un atteggiamento di superiorità palese ha tratteggiato la presentazione organizzata da Arpetti come un “Telethon” necessario a uno scrittore “timido”, a uno che insomma ha paura di esporre i propri contenuti e per questo crea presentazioni come quella del centro commerciale. Infatti Arpetti ha organizzato una presentazione in diretta radiofonica con RadioCityLight, con interventi telefonici di Javier Iacobelli e Max Pisu e i due interventi di Davoli e il mio, in cui ho spiegato in che modo Arpetti sta portando al successo il suo romanzo adottando una promozione vincente, nella stessa maniera in cui la propongo nel mio sito.
Durante la presentazione, anche se ti giuro che stavo per esplodere, ho preferito non rispondere a Davoli per non innescare la polemica e creare problemi al programma di Jonathan. Ma ascoltando Davoli, nelle mie orecchie riecheggiavano le parole di Ferracuti che descrive il mio sito come spazzatura berlusconiana, o quelle di XXX che, dopo avermi scritto che i suoi libri vendono più di centomila copie e “sono tradotti in sedici paesi e in due continenti (per ora)”, allude che sono uno che “lucra sulle speranze di chi cerca di realizzare il suo sogno”, oppure che ScrittoreVincente “è la più risibile delle conventicole” e tante altre pesanti critiche ricevute su un mio articolo che ho scritto per Scrittorincausa, oppure l’arroganza e l’integralismo di WritersDream che censura ogni mio commento, forse perché ho pubblicato con una casa editrice a pagamento, forse perché porto via a loro del traffico etc…
Gli Scrittori Presuntuosi non colgono il Cambiamento
A Davoli, Ferracuti e soci, vorrei chiedere se conoscono questi due nomi: Tal al-Mallouhi e Mohamed Bouazizi. E’ solo una domanda presuntuosa la mia, è chiaro. E’ solo provocazione, la stessa provocazione che amano innescare i personaggi cui voglio porre la mia domanda presuntuosa. Tuttavia questa domanda nasconde un altro quesito che nasce da una considerazione: il mondo sta profondamente cambiando e questa mutazione si alimenta dall’intensità con cui si modifica il modo in cui il genere umano comunica.
E’ finito il tempo in cui i libri si promuovevano da soli, con le sole presentazioni nei salotti elitari, con le poche e grandi casi editrici che garantivano la visibilità ai soli autori di spicco. Ora ci sono migliaia di case editrici, la competizione editoriale è grandissima, e la comunicazione viaggia su nuovi binari costruiti in pochissimo tempo dalla globalizzazione mediatica e dalle mutazioni sociali profondissime generate dal web.
Chi si ritiene uno scrittore non può far finta che il mondo non sia stato cambiato dai ragazzini che sono a capo di aziende come Google e Facebook. Chi si ritiene uno scrittore deve prenderne atto, deve esprimere la sua visione e credo che sia per lui un dovere culturale quello di adattarsi a queste nuove forme comunicative per esprimere la propria letteratura.
La Promozione Libraria deve essere al Passo coi Tempi
A Davoli in un secondo momento ho poi risposto che Arpetti non è uno timido, ma è uno preparato. E’ un uomo che sogna di diventare uno scrittore a tempo pieno. Ha nelle mani un’ambizione per cui sta lottando con tutte le sue forze. Il suo libro può diventare un film. Ci sta lavorando con uno staff che gli ha dato fiducia. Sta impiegando le sue forze per promuoverlo. Ha capito l’importanza che nella promozione hanno le RELAZIONI e le SINERGIE, come ho ripetuto tante volte nel mio “109 Segreti per Promuovere alla Grande il Tuo Libro”. Per questo ha creato una presentazione al passo coi tempi, in cui ha sinergicamente legato la promozione radiofonica a quella classica in una libreria. Ma, secondo me intelligentemente, ha pensato di fare la presentazione fuori dalla libreria, cioè nei corridoi del centro commerciale, per coinvolgere più persone possibili. Inoltre, come ho ripetuto tante e tante volte, si è avvalso di testimonial che sono opinion leader, come Xavier Jacobelli e Max Pisu. Arpetti non è un timido, Arpetti è uno coraggioso, preparato e con un obiettivo ben chiaro.
Ecco cosa penso di Arpetti. Di Davoli, Ferracuti e soci, penso che sono rimasti anni indietro, ai tempi della Primavera di Praga, mentre oggi siamo nel fuoco della Primavera Araba.
E tu che ne pensi?
((home photo by Franco Folini on Flickr)
Ciao Emanuele!
Mi trovi perfettamente d’accordo con quanto da te esposto nell’articolo di questa settimana. Fortunatamente i tempi stanno cambiando e internet, come abbiamo avuto modo più volte di affermare, svolge un ruolo determinante nell’attività della promozione di un nuovo libro ( come pure di qualunque altro prodotto in commercio… ).
Per chi, come te e Arpetti, ha il coraggio di esporsi con un genere di presentazioni “alternativo” non vedo sinceramente alcun motivo di critica; visto che non tutti hanno la possibilità di presentare il proprio libro in una grande libreria di fronte ad una vasta platea di potenziali lettori interessati alla propria opera. Ben venga quindi la “Primavera Araba”!!!
Voglio infine ricollegarmi alla polemica, a cui fai nuovamente riferimento, nei confronti della “nostra” casa editrice, per esprimere il mio parere al riguardo: ad oggi i risultati ottenuti con le vendite del mio primo libro sono stati decisamente al di sopra delle mie aspettative e proprio questa domenica “Primavera in Borgogna” ha ricevuto una segnalazione di merito nell’ambito del concorso letterario “Il Litorale”. Tutto ciò ha come conseguenza diretta quella di spingermi ad andare avanti, senza mai comunque prendermi troppo sul serio. Alla prossima!
P.S.: Dimenticavo: in occasione della prossima presentazione, onde evitare equivoci, non sarebbe meglio conoscere prima su quali temi verterà l’intervento dell’opinionista? :-D
Un cordiale saluto a te e ad Arpetti!
Caro Emanuele il segreto sta nel riuscire a mantenere la rotta nella direzione del farsi capire. Certi commenti probabilmente non sono malevoli. Semplicemente, forse, derivano da una non conoscenza di chi sei e vuoi essere davvero. Si tende ad “assimilare” tutto e tutti per un processo di banalizzazione della realtà. Continua a farti conoscere con il tuo stile consueto se credi in te. Ciao e grazie!
Hai fatto benissimo a trattenerti, per non cadere nella trappola in cui è caduta Patrizia Pepe su FB…
La timidezza è un’altra cosa, e Johnatan è proprio il contrario, si vede che è molto intraprendente e attivo, altro che timido!
Non ascoltare le critiche di pochi, ascolta noi che ti seguiamo, lo vedi da solo i riscontri positivi che hai :)
Anche io ho avuto problemi con l’intransigenza del WD, non sei l’unico, ognuno è libero di avere le proprie opinioni, ci sarà sempre qualcuno a cui darai fastidio! Amen.
Caro Emanuele,
poche parole per dirti: “Continua così e non ascoltare le critiche”, purtroppo ci sarà sempre qualcuno che avrà da ridire su quello che fai, ma tu vai avanti e non mollare mai.
Ciao Michela,
grazie per l’incoraggiamento!
buona giornata
Emanuele
Grazie Luca, sono felice del buon riscontro che sta ricevendo il tuo libro. D’altronde, hai scritto un testo molto interessante, quindi il riscontro positivo va da sè ;-). In ogni caso anche il tuo blog vedo che lavora bene…
ottima la tua considerazione finale, anche se è difficile talvolta prevedere questi interventi, in quanto molti opinionisti sono incontrollabili per natura… ;-)
Ciao Chiara! grazie per la condivisione… che è successo a Patrizia Pepe?
Grazie Vania, seguirò sicuramente i tuoi consigli!
A presto
Ema
Ciao!
Io credo che il mondo dell’editoria e della cultura sia così vasto da dare spazio a chi si promuove in un modo e a chi lo fa in qualsiasi altro.
Poi… francamente non sono un partigiano del “Credi in quello che fai e vai avanti dritto per la tua strada!”, perché le critiche altrui servono anche a dare la misura del proprio valore. In questo senso, il non prendersela per le critiche e non perderci più di tanto tempo è giusto… ma lo scrittore vero, davanti a se stesso, ritengo debba meditare con sincerità su ogni cosa gli venga detta, anche la più malevola.
Vorrei anche dire che avere un buon metodo di promozione non significa aver scritto un buon romanzo! Sono due cose diverse, e neanche i numeri delle vendite sono una garanzia: sciocchezze scritte male come i libri di Moccia hanno venduto molto…
Infine: Emanuele – per favore – evita di mettere in maiuscolo le iniziali dei sostantivi! L’italiano non è il tedesco. In italiano i sostantivi iniziano con la minuscola. Grazie.
Saluti cordiali a tutti!
LUCIANO
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=10150550046630576&set=a.18966402057+5.251734.73479655575&theater
http://www.vincos.it/2011/05/05/patrizia-pepe-rilascia-i-dati-della-crisi-online/
http://inside.patriziapepe.com/it/2011/patrizia-pepe-la-crisi-social-media-diventa-open/
http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/222150/golia-patrizia-pepe.html
http://www.facebook.com/notes/accademia-di-comunicazione/patrizia-pepe-e-tezenis-due-casi-di-gestione-negativa-del-brand-in-rete-proviamo/156160771113149
E’ vero, infatti uno scrittore dovrebbe concentrarsi soprattutto sul mestiere dello scrivere e considerare attentamente tutte le critiche ricevute, per migliorare e imparare (perché credo che da qualsiasi persona si possa imparare qualcosa di nuovo, nel bene o nel male).
Il problema però è che uno scrittore come Arpetti, e un organizzatore di eventi e blogger come Properzi (perché è in questa veste che l’abbiamo visto in questa presentazione), non dovrebbero concentrarsi sulle critiche ricevute in campi diversi da quelli di cui si occupano, perché sarebbe, a mio avviso, una perdita di tempo e di energie. Mi spiego meglio: se ti presenti al pubblico come scrittore, non dovrai “offenderti” perché qualcuno ti accusa di essere timido o di non saper interagire con le persone, ma piuttosto dovrai stare attento alle critiche relative al tuo libro. Se invece ti presenti come blogger di marketing editoriale, non dovrai (sempre a mio parere, lo ricordo) demoralizzarti perché qualcuno ti dice che non consigli gli scrittori di migliorare lo stile e la qualità del testo, visto che ciò non rientra nei tuoi obbiettivi.
Infine, Luciano, credo che sia tu a non conoscere abbastanza la lingua italiana: i nomi propri di cosa e le personificazioni, così come le ricorrenze famose, vanno in maiuscolo. Esempi: Rivoluzione francese; Illuminismo; Cinque giornate di Milano. Ed è in questo senso che Properzi ha inteso “Primavera di Praga”.
http://www.accademiadellacrusca.it/faq/faq_risp.php?id=4093&ctg_id=93
Chiara, mi riferivo a cose come “La Promozione Libraria deve essere al Passo coi Tempi” oppure “Gli Scrittori Presuntuosi non colgono il Cambiamento” che trovo nel testo di Emanuele a mo’ di titolazione. Oltre che errato, lo trovo brutto e pretenzioso.
Che la “Primavera di Praga” sia un evento importante e vada in maiuscolo per sottolinearlo lo sa anche il gatto…
Ciao!
LUCIANO
Emanuele, per prima cosa ti ringrazio per il complimento per il sito!
Conosco le persone che mi citi e le loro opere.
D’altra parte, ho insegnato Comunicazione web in vari contesti da una decina d’anni, e cerco di portare avanti l’idea che è necessario anche un continuo dinamismo critico su queste cose. Mi spiego, per il poco tempo che ho e abbiamo:
1) molte teorie – e molti guru – di Web Communication vengono dagli USA, un Paese dove il livello di cultura è mediamente più basso che in Europa e dove per acchiappare l’attenzione della gente hai bisogno di queste cose;
2) la lingua orginaria di tutto ciò è l’inglese, dove da sempre titoli e cose importanti sono indicate con sostantivi con iniziale maiuscola (vedi titoli di film o canzoni);
3) nell’ansia di imparare presto da costoro, noi abbiamo importato da loro queste tecniche senza rifletterci su troppo, trascurando che in Europa abbiamo basi psico-culturali differenti;
4) molte di quelle tecniche sono state sviluppate da teorie di psicologia della percezione di 30, 40, 50 anni fa; nel frattempo il mondo è andato avanti…;
5) contesto soprattuto il fatto che siano efficaci: un conto è il primo che da noi le abbia usate, un altro il fatto che lo facciano in centinaia…! Ricevo normalmente testi scritti in questo modo (non parlo solo di maiuscole, ma di strutturazione della frase e del concetto): tutti costoro paiono fatti con lo stampino, non c’è originalità né comunicazione personale, l’impatto sull’attenzione del ricevente è – ben al contrario di quello che mi dici – molto minore perché vedi per l’ennesima volta uno stile che hai già stravisto. Parlo di me, ma so di molti altri;
Per citare – immodestamente – il mio sito: non mi curo più di tanto di scrivere frasi semplici, perché ho fiducia che il mio pubblico abbia abbastanza cultura per capirmi, e questo succede; e anche – vi svelo un segreto per evitare una comunicazione piatta! – ho eliminato praticamente del tutto i termini inglesi.
Quello che voglio dire è: le cose cambiano nel tempo e nei luoghi; la forza vera di una buona comunicazione ritengo sia presentarsi con originalità; quindi è necessario riflettere di continuo su come comunichiamo e scriviamo.
A mio parere…
Ciao!
Luciano, pensavo ti riferissi al titolo, non avevo capito che parlavi d’altro!
E’ che qui lo criticano per le minime cavolate, senza pensare a tutto il lavoro che fa, in continuazione.
https://scrittorevincente.com/13-properzi-figlio-scemo-di-berlusconi/
Va bene la grammatica e lo stile, sono fissata anch’io, ma in questo blog le cose importanti sono altre… non credi?
Chiara, sul blog di uno scrittore o una persona che ci propone cose interessanti per muoverci nell’editoria, credo che questi siano tra i temi fondamentali… quali altri?
Ciao!
Ciao Luciano!
grazie per il tuo prezioso commento.
Hai ragione per le maiuscole.
Il motivo per cui le uso in questo modo, cioè nei titoli degli articoli e nei titoli dei paragrafi all’interno degli articoli stessi, deriva da degli studi di web publishing per cui l’attenzione del lettore (e dei motori di ricerca) si focalizza maggiormente sulle pagine web quando un titolo è scritto in questo modo. Non sono Freud, ma dovrebbe essere lo stesso principio psicologico per il quale i maggiori esperti delle copertine dei best seller, come George Foster, consigliano di scrivere in maiuscolo le parole appartenenti ai titoli presenti nelle copertine dei libri.
Vedi questo articolo per un approfondimento:
https://scrittorevincente.com/27-svelati-i-segreti-delle-copertine-dei-best-seller-col-bunga-bunga/
Sono molti i web marketer di successo che usano questo modo di scrivere in maiuscolo i titoli nei loro blog.
Guarda ad esempio il blog di quello che io (e non solo io) considero il più bravo blog marketer italiano, cioè Gavello:
http://francescogavello.it/
oppure il numero uno in Italia per la comunicazione online, cioè Robin Good:
http://www.masternewmedia.org/it/
Le differenze tra scrivere un romanzo e scrivere su un Blog sono notevoli.
Basta rendersi conto che chi naviga in internet solitamente lo fa bruciando contenuti in grande fretta.
Allora un articolo web va scritto in modo strutturato, con frasi brevi, paragrafi sequenziali che frammentano opportunamente l’articolo.
Quando si pubblica sul web per raggiungere il maggior numero di lettori, è fondamentale riuscire a trattenere l’attenzione, farsi leggere, convertire i messaggi.
Per questo motivo ci sono delle tecniche che si sono dimostrate efficaci, come quelle che ho appreso da esperti ad esempio come Robin Good, Francesco Gavello e George Foster.
Sono profondamente d’accordo con te: la lingua italiana è il bene più prezioso che ci permette di comunicare, e non deve essere trattata male.
Questo è anche il motivo per cui nel mio precedente articolo ho ammonito Brunella che scriveva con la “k” le “ch”
https://scrittorevincente.com/34-presentazione-e-polemiche-al-centro-commerciale-mentre-il-primo-maggio-riposo/
Complimenti Luciano per le Edizioni del Gattaccio! ho visto il sito, veramente interessante.
A proposito hai letto il mio “109 Segreti…”, che ne pensi?
https://scrittorevincente.com/109Segreti.html
Caro Emanuele,
Eccomi a darti la mia opinione sul tuo ultimo articolo sul Blog e sulla situazione , in genere, del modo di affrontare la promozione di un nuovo libro.
La necessità di trovare nuovi metodi di promozione di un libro immesso su un mercato che straripa di neoscrittori o anche di scrittori che, come me, hanno sempre scritto pubblicando soltanto su richiesta o all’interno di progetti prestabiliti, è indispensabile. Scrivere,oggi, è diventata un’esigenza legata ai cambiamenti del livello culturale, del coraggio di uscire allo scoperto, della comparsa di corsi di scrittura che, moltiplicandosi, hanno stimolato il desiderio di confrontarsi con il proprio pensiero e metterlo in discussione con gli altri, non solo con le parole, bensì attraverso l’affabulazione. Un modo, cioè, di affrontare modi essere, problematiche, realtà contingenti e metterle a confronto, intanto con il proprio modo di “sentire” la cultura e, poi con quella degli altri. E, se gli altri potessero essere il mondo intero , tanto meglio.
Dallo “sproloquio” introduttivo si deducono due cose: 1) scrivere, oggi, è più facile ( scrivere bene rimane sempre difficile) 2) Essere letti da un numero di persone che premia il tuo pensiero, se non altro per lo sforzo che hai fatto per esporlo, per metterlo in discussione, per dargli un senso e ricevere una critica o un’adesione, e, soprattutto, venderlo, è molto più difficile di quando la cerchia di chi scriveva era molto più ristretta. Diciamo che il mercato forse non è saturo, ma, affollato, si.
Scusa la lunghezza della premessa che va nel senso della” necessità” di stimolare la fantasia per trovare “il” metodo che ti permetta di essere letto dal più alto numero di persone. Per me, non è disdicevole nessuna idea che possa stimolare la lettura. Ogni luogo, persino i famosi “non luoghi” , possono essere giusti., purchè ovviamente, non invadano il privato. Ogni idea è una buona idea, se si usa il buon gusto e non diventa invasione di campo. Rompere gli schemi ha sempre prodotto qualcosa, a volte o spesso, l’autocritica. E questo è bene.
Detto ciò, io ammiro chi osa, chi produce idee e le persegue, con determinazione, con la voglia di giocare e, giocando, scoprire che c’è sempre qualcosa da dire, che merita di essere ascoltato. Purchè sia fatto con buon gusto, con una certa eleganza e non abbia il sapore di un’imposizione. Bene, perciò il supermercato, l’atrio di un cinema(se te lo permettono), uno stabilimento balneare…..Discutere fa, comunque, cultura, purchè tutto non sia calato dall’alto, purchè non si dia per scontata la tua ragione, purchè non diventi l’espressione di qualcuno che soffre di megalomania e di delirio di onnipotenza. Da questi, è meglio rifuggire con passo lungo e ben disteso. Buon lavoro e…grazie al mio “training” personale…… Maria Teresa
Grazie mille Chiara! E’ veramente emblematico questo caso che mi hai segnalato, oltre che documentato con grande dettaglio e professionalità a livello marketing, come piace a me insomma ;-). E’ un limpido esempio di come il passaparola nel web possa essere veramente pericoloso se innescato da fonti improprie….
Grazie Maria Teresa per il tuo denso e autentico contributo!
Caro Luciano
ti ringrazio per il tuo contributo che mi ha fatto riflettere a fondo.
Molto utili le tue osservazioni.
Abolirò le maiuscole dai titoli nei paragrafi.
A causa del layout del mio sito non posso per ora abolire le maiuscole nei titoli dei post, il che mi richiederebbe un lavoro importante di restyling, e ora onestamente non ho tempo per questo lavoro.
Ti ringrazio veramente, spero di avere altri tuoi contributi sul mio sito.
A risentirci presto
con stima
Emanuele
Emanuele
ti chiedo una cortesia. Per le maiuscole fai come ti pare, a me non importa niente. Siccome però mia moglie la domenica pomeriggio non mi rompe mai stranamente i c….., è da qualche mese che la domenica la dedico alla lettura e all’approfondimento del tuo post settimanale che per me è un evento sempre piacevole e atteso… MA SE TU PUBBLICHI DI DOMENICA NOTTE MI CROLLA TUTTO!!!!!!! per favore fai uscire i tuoi post di sabato come fai sempre!
grazie di capirmi”
ciao, a sabato
Sandro
Ah Ah! Grande Sandro! farò il possibile, promesso. Non tarderò più i miei post ;-)
Caro Emanuele,
a differenza di Luciano io non conosco l’opinionista in questione e non vorrei sembrare quella che arriva e spara giudizi incauti. Comunque, la percezione che ho avuto leggendo attentamente il tuo articolo è che si volesse inficiare subdolamente la credibilità dello scrittore in questione alias Arpetti anche se le ragioni di ciò mi sono ovviamente oscure. Comunque, se era così che la pensava poteva esimersi dal partecipare, semplicemente.
Farò tesoro di questa esperienza e chiederò di sapere in anticipo il testo dell’intervento, pena anche l’annullamento di un’eventuale presentazione.
Riguardo al resto è ovvio che internet e le nuove tecnologie ci hanno rivoluzionato la vita e quindi anche il modo di “essere” scrittori. E’ palese, e anche lui lo sa ma voleva mettere un po’ di zizzania, tutto qui.
Questa è l’idea che mi sono fatta e la condivido con te e con gli altri in tutta sincerità.
buongiorno, l’orto è stato concepito e torno a voi, per ora, poichè ci mangiamo in due famiglie col mio orto mentre con il mio libro finora ho fatto mangiare solo i partecipanti alle presentazioni…
Ho letto a fondo Calicchio ed ho tentato di mettene in atto le strategie di vendita. Ho letto e riletto 109 segreti per puomuovere alla grande il tuo libro e tento di orchestrare pure dette strategie. Poi mi sono incagliata. Credo fermamente che i metodi siano attuabili e geniali ma non riesco ad entrare in questa razionale strategia. Ora leggo il post di Luciano, lo valuto e mi rendo conto che il mio limite, se di limite si tratta, è il mio essere istintiva. Mio marito mi sprona a scrivere sul sito articoli secondo le leggi del web. Io mi siedo al PC, mi concentro, preparo piramidi e scalette e finisco per parlare di magia, natura e spirito. Ultimamente senza muovere un dito le visite al mio sito sono aumentate. Non sto dicendo che un metodo piuttosto che l’altro sia migliore perchè realmente non lo so. Però la sensazione è che essere se stessi onestamente forse è il miglior modo di essere speciali e attrattivi. Vorrei aggiungere, per quanto riguarda la scrittura, che sono una contadina senza studi alle spalle eppure mi è stato criticato che nel romanzo uso un linguaggio troppo forbito. Adoro leggere con il dizionario a portata di mano e mi sono elencata i termini che più mi sorprendono in un vocabolario personale che poi ho sfogliato durante la scrittura. Per il mio secondo romanzo sto invece scremando i termini considerati difficile sostituendoli con altri più “dozzinali”. Mi piacerebbe sapere come agite voi e cosa ne pensate di queste mie lievi riflessioni. Per rispondere infine alla vera domanda in questione dico solo che per la mia presentazione si era offerto un famoso critico che ha l’abitudine di sedersi a scranno, sentenziare sullo scrittore e pavoneggiarsi. Forse ho perso un’occasione ma l’ho gentilmente scartato.
francesca
Nonostante termini come magia o spirito non mi dicano nulla, sono d’accordo con Francesca su una cosa importante: ognuno deve scrivere come è ed essere sé stesso, perché coloro che vedono le cose allo stesso modo ti troveranno e saranno subito in sintonia con te.
Una seconda cosa importante la aggiungo io: i modi di creare e di scrivere sono diversissimi per ognuno, e si può dire che quasi tutto va bene se il risultato è leggibile e sincero. Si può però sempre imparare moltissimo dai metodi altrui (non per nulla ho il testo di Emanuele e sono qua); credo che tuo marito abbia ragione.
Come metodologia di scrittura, io metto molto tempo all’inizio per stendere la trama; devo avere una storia d’acciaio, che tenga bene in ogni sua parte. Mentre faccio questo mi immagino i personaggi, le loro facce e il loro carattere, le manie, il modo di ridere o parlare, di mangiare, di fare sesso, di spaventarsi, come erano a dieci anni e come saranno a novanta. Immagino, non faccio nessuno sforzo, sono in metropolitana o in pizzeria e immagino.
Poi inizio a scrivere. Di getto, a lungo, più o meno negli stessi orari. E rivedo lo stile solo alla fine. Non consulto mai vocabolari. Scarto le parole troppo banali o da luogo comune.
Soprattutto mi fido delle centinaia o forse migliaia di libri che ho letto. Leggere moltissimo è la scuola più importante, classici e moderni, donne e uomini, italiani e di tutto il mondo. Le loro parole, il ritmo del loro narrare e del loro stile sono dentro di te, ed emergono nel modo comunque originale che solo tu hai.
Ho scritto molto e ho pubblicato pochissimo. Adesso faccio anche l’editore, ho una certa età e sto mettendo il turbo alla mia passione per lo scrivere, è ora.
Non ho mai avuto nessun problema infine alle presentazioni con critici o personaggi che si pavoneggiano: io lo faccio sempre più di loro, non mi faccio problemi a trattarli mali anche se con educazione, amo avere un pubblico… anche questo lo credo importante… sono gli altri a dare la misura di ciò che sei.
Ciao!
Grazie Cinzia per il tuo contributo interessante come sempre
Grazie Francesca!
Proprio in questi giorni sto pianificando con Stefano Calicchio una partnership. Recensiremo i nostri ebook a vicenda e soprattutto abbiamo in progetto una sorpresa incredibile per tutti voi…
per chi anche come te Francesca sta, indipendentemente dai numeri, molto avanti.
Sono convinto che l’aver capito che l’autenticità sia l’aspetto promozionale più incisivo è realmente una grande passo avanti, soprattutto alla luce della soggettività inevitabile cui deve adeguarsi ogni campagna promozionale a basso costo.
aspetto le melanzane! ;-)
scusa emanuele se per un attimo ti scosto perchè il testo di Luciano richiede un commento. Condivido in pieno il tuo modo di costruire il libro. Anch’io immagino, magari non in metropolitana, ma tra alberi, capre e melanzane. A volte nella testa assommo idee per più giorni o settimane, mai mi scordo cosa riportare sul pc. Come te scrivo da sempre e solo ora ho iniziato a pubblicare, ho cinquantadue anni ed è decisamente tempo. Amo ed ho sempre avuto i pavoni, ma da loro non ho imparato granchè! Pavoneggiarmi non mi viene bene, forse dovrei allenarmi…
Grazie per il tuo pensiero, continuerò a leggere perchè ritengo sia l’attività più educativa allo scrivere e soprattutto l’adoro. Sono stata paragonata ad una famosa scrittrice durante la prima presentazione, pensa non avevo letto neppure un suo libro. Trovo importante rimanere ciò che sono, la misura la daranno gli altri, ma il metro lo decido io.
francesca.
PS: per le melanzane dovrai aspettare ancora un poco. Che ne dice se alla prossima presentazione in luogo del solito spuntino offrissi un bel pinzimonio del mio orto?
un abbraccio
Letteratura autentica sponsorazziata da autentici ortaggi.
Sì: ritengo che sia sicuramente una forma di marketing coerente.
PINZIMONIO E LIBRO CON DEDICA PER TUTTUI!
Internet è ancora terreno fertile per la democrazia perchè per fortuna chi al giorno d’oggi è impegnato a controllare le fonti di potere e comunicazione non ha le conoscenze per influenzare questo immenso ed incredibile strumento di condivisione delle informazioni. Nella speranza che mai possano riuscire in questa impresa, internet è e rimane attualmente l’unica fonte libera di informazione, organizzazione e coltivazione della vera democrazia, ovunque sia nel mondo. Basti pensare allo sforzo che fanno i cinesi per controllarne la diffusione.