Avevo già intervistato 3 anni fa Federico Li Calzi pubblicando un articolo in cui il poeta spiegò, passo dopo passo, come era riuscito ad avere un grande riscontro di vendite con i suoi libri di poesie.
Ora ho deciso di intervistarlo di nuovo perché Federico Li Calzi ha di recente pubblicato il suo primo romanzo intitolato Nove Periodico e ho voluto capire come, anche in questo caso, Federico stia riuscendo ad avere ottime vendite e cosa ha cambiato nel marketing dalla promozione di poesie alla promozione del romanzo.
Ciao Federico, ci conosciamo dai tempi di “Poetica Coazione”, il tuo modo di proporti, usando il web, è stata una strategia vincente. Come continua questo percorso?
Ciao Emanuele e grazie per l’intervista. Sì, il web, in questi anni, mi ha dato buona visibilità e possibilità di proporre le mie opere ad utenti che diversamente non mi avrebbero conosciuto. La rete oggi continua ad offrire sempre maggiori servizi e occasioni di incontri e prospettive promozionali in tanti ambiti, quindi le condizioni migliorano anno dopo anno.
Ovviamente internet è uno strumento dalle potenzialità pressoché infinite, e bisogna usarlo in misura oculata per ottimizzarne la resa, sta, quindi, a chi pianifica la campagna promozionale renderla quanto più efficace ed efficiente possibile. Quindi non solo continuo a seguire questo canale, ma cerco di dare sempre più attenzione a questo strumento perché è l’unico modo che ti permette di avere visibilità in campo nazionale e non soltanto.
Parlaci della tua ultima pubblicazione “Nove Periodico”, come nasce, perché hai scelto di passare alla prosa e quali mezzi promozionali nello specifico stai usando.
“Nove Periodico” nasce da un’esigenza di comunicare dei blocchi di vita vissuta. Credo che ogni autore, che non sia un poveretto, prima di scrivere un romanzo si ponga dei quesiti, sullo stile da usare, sul ritmo, sul genere (se scrivere, quindi, un romanzo storico, di denuncia sociale, poliziesco, malavitoso, d’amore, d’amicizia), anche sulla nuova realtà che questa storia deve portare alla luce e sulle regole che lo scrittore possiede e s’impone di rispettare nello svolgimento testuale, così da crearsi mentalmente, e a livello concettuale, uno schema: un progetto, per avere chiaro il quadro di come iniziare la costruzione della scrittura e dove porre la parola fine.
Personalmente, all’inizio, sapevo soltanto che avevo dei blocchi di realtà e vita vissuta, per me preziosi, da raccontare, da esporre, ma non capivo bene come incastonarli e connetterli fra loro, nella vicenda da narrare, per farli funzionare. Alla fine ho fatto chiarezza, ho preso coscienza del mio passato e sono riuscito a possedere la mia storia. Ho capito che la realtà nuova da raccontare, e che sicuramente nessuno poteva conoscere meglio di me, era la mia vita; partendo proprio dai primissimi ricordi della mia infanzia; quindi i cambiamenti e le metamorfosi socio/economiche e culturali che si avvicendavano e avvenivano in Sicilia nei primi anni Ottanta, con il benessere e le tecnologie (che ho vissuto in prima persona) e come queste mutazioni venivano recepite da quella società e mentalità contadina e, perché no, raccontare, anche attraverso la fantasia, elemento fondamentale della creatività, le aspirazioni dell’autore.
L’idea è stata quella, allora, di creare un personaggio che nel romanzo renda possibile quello che nella realtà non è stato e che sono rimasti solamente dei sogni, cioè diventare un musicista di successo. Questo personaggio è di fatto lo sdoppiamento dell’autore: Mauro per metà e, per l’altra metà, l’amico Ntonio (queste due figure sono le due facce della stessa medaglia), ma in parte, e non in maniera marginale, anche del ragazzino Luca, figlio di Ntonio. Così ho fatto partire il romanzo dal momento in cui Mauro ritorna al suo paese Canicattì. Ciò nello svolgimento della narrazione, oltre ad essere un momento suggestivo, mi ha dato dei vantaggi, come avere la possibilità di muovermi a livello temporale sul piano del presente ma anche sul piano del passato.
Credo inoltre che nell’excurrere testuale è facile notare come il “romanzo sia costruito su diversi livelli che interessano sia la forma che il contenuto” (L. Carrubba), o meglio contemporaneamente vengono raccontate più storie che si stratificano in una minuzia di particolari ma che vanno a confluire tutti sul personaggio Mauro. Luca, peraltro come esempio già citato, è un altro momento iniziale della narrazione, o meglio la storia di questo bambino, che si svolge nella campagna che, non a caso, coincide perfettamente con la storia di Mauro, va a colmare proprio quella parte di vissuto mancante del protagonista, attraverso le sensazioni, le idee, le speranze, le aspirazioni di questo bambino.
I mezzi promozionali che sto usando nello specifico per ‘Nove Periodico’ sono Google AdWords, invio comunicati stampa, presentazioni presso scuole e comuni della Sicilia, interviste, articoli e condivisione di recensioni.
La tua strategia di marketing sul web continua. Significa che hai avuto buoni risultati?
Sì, come ho detto prima ho avuto buoni riscontri e, con il tempo, progetti e prospettive sulla rete migliorano, quindi quale migliore occasione per continuare a proporsi?
Quindi oltre alla promozione su Google stai facendo diverse presentazioni nelle scuole siciliane. Quale mezzo promozionale dei due trovi più efficace?
Sono due cose differenti, la prima ti permette di avere una visibilità più ampia, ti fa risparmiare tempo, risorse umane e ti fa trovare tanti lettori, ma senza rapporto umano, risulta essere in generale un po’ sterile. La seconda dà possibilità di avere un contatto con le persone. È quindi una forma più calorosa di avvicinarsi al lettore; risulta più incisiva e rimani indelebile nella memoria del lettore, ma ha il limite di rivolgersi ad un pubblico limitato.
L’attuale mercato editoriale è sempre più saturo di nuove pubblicazioni e piccole case editrici che cercano, invano, di far sentire la loro voce, diventa quindi sempre più difficile farsi notare. L’impegno che hai profuso nella tua attività promozionale dei primi anni che ti porta oggi ad avere un nome, quanto è valso?
In generale credo che in tutti i campi bisogna essere ostinati e determinati, soprattutto nel mondo editoriale/letterario dove tutti si credono degli eroi, individualisti, pensando solo al proprio compiacimento sterile immersi in questo mondo autoreferenziale. Le possibilità date dalla babilonia del web vengono controbilanciate da una indiscriminata pubblicazione di notizie e promozione di libri da parte di tanti e troppi autori spesso senza né arte né parte. Si assiste quindi sempre più ad un fiorire di pseudo scrittori o presunti tali che vantano pubblicazioni incerte dal punto di vista stilistico e soprattutto senza coscienza e originalità riconoscibile, e basta fare un giro su internet per vedere e capire meglio come questo fenomeno sia diffuso.
Fortunatamente però esiste sempre quella regola dell’occhio olimpico, laddove porta i tanti sprovveduti scribacchini, in cerca di facile gloria, e tante case editrici ad arrendersi dopo pochi mesi, proprio perché non hanno più nulla da dire e da comunicare e si assorbono in una singola pubblicazione, se così si può essere definita. Quindi per rispondere più precisamente alla tua domanda bisogna avere fiducia nell’arte e lavorare giorno per giorno senza grandi pretese, scrivere per se stessi e non per gli altri e prepararsi con coscienza prima di affrontare una pubblicazione.
Consigli l’autopromozione?
Il consiglio che mi sento di dare è quello di credere in se stessi, nell’essere autocritici, intransigenti, determinati, puntigliosi e nell’avere competenze specifiche ed esperienza nella scrittura e a non improvvisarsi. L’autopromozione, come diceva in altre parole Arthur Schopenhauer, è il primo passo verso la notorietà.
Parlaci dei tuoi progetti letterari futuri.
Per adesso sto pensando alla promozione del mio ultimo libro ‘Nove Periodico’. Essendo impegnato in questo non riesco, almeno per adesso, a dedicarmi alla scrittura. Ho una raccolta di poesie pronta che ho scritto in questi ultimi anni e credo di pubblicare fra qualche tempo. Inoltre ho già in mente una storia da raccontare per un prossimo romanzo, ma non voglio anticiparvi nulla.
Nel mondo editoriale di oggi conta più sapere scrivere o saper promuovere?
Questa è una bella domanda. Ovviamente per vendere e farsi conoscere bisogna più saper promuovere che scrivere. Però la promozione deve essere supportata, soprattutto, da una buona qualità stilistica dell’opera, altrimenti si finisce per far conoscere le cose brutte, le scelleratezze di quell’opera o scrittore e non le cose belle che in linea di principio devono avere un equilibrio e una proporzione; in definitiva si determina l’effetto opposto. Quindi saper scrivere è la base, le solide fondamenta su cui deve semmai reggere la notorietà o la diffusione dell’opera/scrittore. Perché laddove la tecnica di scrittura, lo stile dell’artista sia impari alla portata propagandistica, si finisce per fare un buco nella acqua. E se lo scrittore non ha una vena proficua che gli permetta di produrre più opere e sempre di qualità, il lettore o il pubblico, che si è creato precedentemente, lo scredita poco dopo; ed in questo il lettore competente è spietato.
Qual è il segreto che porta ad avere così tanta fede nella scrittura, nonostante il mondo editoriale di oggi che porta tanti esordienti a faticare, spesso senza risultati, prima di emergere da questo mare d’indifferenza?
Non c’è un segreto, è qualcosa che hai dentro e ti porterai dietro tutta la vita. Non esistono regole, schemi, piani. Ma solo la passione viscerale, o malattia endemica per la scrittura che ti porta a forgiarti nel tempo a migliorare il tuo stile ad affinare le tue capacità ed infine a far conoscere la tua opera, sempre se possiedi quell’occhio olimpico di cui parlavo prima.
Considerato che il tuo pubblico ti vedeva come poeta, come ha accettato questo tuo passaggio alla narrativa?
Direi positivamente. Con la poesia vedevo che per forza di cose mi riferivo ad un mercato di nicchia, quindi era più difficile trovare spazio. Con il romanzo sono entrato in un’altra fascia di lettori ed estimatori.
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